domenica 6 novembre 2011

Supergiovane

In questi giorni a sinistra si fa un gran parlare del nuovo che avanza: il sempregiovane Matteo Renzi. Devo dire che il personaggio mi aveva suscitato antipatia a pelle già da quando è andato ad Arcore a fare non si sa cosa. Per questo motivo ho cercato di farmi un'onesta opinione su di lui.

In rete sono già state fatte disamine approfondite pro e contro le sue 100 idee. Una famosa blogstar ha notato che manca, fra le varie cose, un accenno al conflitto di interessi e non è l'unica assenza importante. Devo dire che anche quello che c'è spesso è deludente. Fra tutto noto due cose:

SCUOLA: non c'è quasi nulla e sembra il solito blabla gelminian-brunettiano sul riconoscimento del merito degli insegnanti. Quando dovrebbe essere chiaro che oramai il problema prioritario non è più vedere riconosciuto il proprio lavoro ma semplicemente riuscire a farlo.

"AMNISTIA CONDIZIONATA" PER I POLITICI: è davvero ridicola: perché dovrebbero confessare un furto se anche nel caso in cui li beccassero non rischierebbero in pratica nulla?

La lista sarebbe lunga ma non vale la pena scorrerla tutta. Quello che mi interessa di più è cercare di capire chi è il Renzi e dove vuole andare. La presenza nel suo gruppo di rampolli Mondadori e dell'ex mediaset-man G. Gori (che fino a ieri non sapevo neanche chi fosse...), risulta un po' inquietante: Renzi mescola capacità di comunicazione con rampantismo e populismo, grandi eventi e idee concrete come una cornice silver plated. Pare una specie di Berlusconi prima maniera, come rileva persino un fine osservatore politico del calibro di Billy Costacurta. In pratica, risulta un personaggio più che una personalità. Ancora una volta un uomo forte anziché un'idea forte. Questo è un tratto tipico della destra al quale la sinistra sta diventando sempre più succube, in mancanza di idee chiare sul cosa fare. Sarà per questo che le sue proposte, dicono, sono piaciute più di là che di qua.

Ciononostante, ci sono anche dei pregi nella sua iniziativa: ad esempio, oltre a pretendere un ricambio generazionale (anche se non è l'unico a chiederlo), c'è anche il fatto di aver voluto mettere per iscritto le 100 idee. Il che potrebbe contribuire a dare una smossa a tutto il partito su dei temi chiari e tirare fuori delle idee concrete. Mi sembra positiva anche la scelta di intavolare una discussione aperta senza mettersi a creare da bel principio correnti e sottocorrenti di potere che servono solo a ritagliare visibilità all'aspirante leader di turno.

Detto questo mi resta l'idea che curare il PD con Renzi sia come curare la stitichezza augurandosi una diarrea.


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