domenica 22 gennaio 2012

Genio e Regolatezza

Il caso di questa ragazzina che ha fatto il giro del mondo in solitario e che rischia di essere affidata ai servizi sociali perché lasciata dal padre in stato di abbandono (più abbandono di così...) mi suscita una serie di riflessioni.
Da un lato c'è, evidentemente, una persona che dimostra una dote particolare in un campo specifico. Un genio potremmo dire. Una specie di Mozart della vela. Una ragazza che potrebbe fare (e che ha già fatto) grandi cose in campo sportivo. Dall'altra parte c'è un giudice che vuole che la ragazza stia a casa, studi e si comporti come tutti.
Istintivamente, penso che tutti parteggiamo per la ragazza. Il genio contro l'oscurantismo, il successo contro la mediocrità. La grandezza dell'oceano in solitario contro la ristrettezza dell'ufficio di un burocrate che immaginiamo grigio e triste.
Dopo aver letto l'articolo, però, mi sono venuti altri pensieri.
Solitamente noi "grandi", e soprattutto noi grandi che siamo coinvolti nella formazione dei giovani, regoliamo le nostre azioni partendo dall'assunto che noi sappiamo cosa è meglio per i ragazzi. L'obiezione ricorrente che ci si sente fare quando si insegna è: "Ma a cosa serve questa roba?". A questo punto ognuno tira fuori il meglio della sua pedagogia ma alla fine la risposta è "Fidati, più avanti capirai; il mondo è più complicato di quello che pensi tu questi sono gli attrezzi per interpretarlo".
Allora mi domando: perché questo non dovrebbe valere anche per la giovane velista. Lei oggi vede la sua barca e basta. Noi però sappiamo che il mondo dello sport è pieno di incognite. Potrebbe succederle qualcosa per cui potrebbe non poter più regatare. Cosa succederebbe in quel caso? Potrebbe anche andarle tutto bene, diventare ricchissima grazie agli sponsor e a 30 anni vivere di rendita. Ma che tipo di persona sarebbe una che a stento conosce tutto solo di una cosa? Quali rapporti umani potrà avere una persona che passa gli anni cruciali della sua crescita da sola, senza il contatto reale con suoi coetanei, vivendo in un mondo di adulti?
Penso che il giudice che la vuole a scuola sia mosso proprio dalla convinzione che una vita normale sia la cosa migliore per una ragazzina, anche se questo significa una certa dose di mediocrità.
Penso che la discussione debba essere: è giusto voler applicare a tutti i costi ciò che è ritenuto giusto per un ragazzino "medio" a chi, evidentemente, medio non è?
Questo è un problema che in una classe si riscontra spesso: come gestire quell'allievo che finisce sempre 10' minuti prima degli altri e che passa le ore ad annoiarsi? Ma chi può dare la patente di genialità? E davanti alla singolarità di ogni caso, di ogni persona, come si fa a decidere cosa fare se non si ha un valore medio a cui riferirsi?
Resta il fatto che se Mozart fosse stato sottratto al padre approfittatore e affidato ai servizi sociali oggi avremmo molta meno buona musica e un borghese austriaco in più.
Il punto allora diventa: abbiamo più bisogno di Mozart o di persone normali?

O, almeno, questa è la mia onesta opinione.

4 commenti:

  1. quale opinione? Come me e come tutti gli altri lettori ne hai, mi pare, almeno due. E non sai dire...
    Il che - si capisce? - non è una critica, ma un elogio :)
    Riccardo

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  2. Ma io direi due cose da un lato mi sa che in queste cose c'è anche il protagonismo dei genitori, che non va incoraggiato secondo me. Poi il talento se c'è è giusto che venga sviluppato ma non può essere una monomania. una personalità per crescere ha bisogno di tante cose, non di sviluppare una sola abilità. Tante volte si rischia di assecondare nei ragazzi, in buona o mala fede, una passione che dà dei risultati immediati, facendo sì che il pargolo si creda un semidio e non ci si accorga che si sta trascurando lo sviluppo di tante altre sfaccettature. Queste carenze poi ti presentano il conto più avanti. sì e' bellissimo avere un qualcosa in cui si eccelle, o anche semplicemente ci si dedica con passione, ma l'equilibrio deve andare di pari passo. Sennò sei solo un "secchione" della vela. o della musica. Mozart peraltro è morto abbastanza giovane. O prendi anche un Leopardi, vorreste un figlio così. Immortale da morto ma infelice da vivo. Tante altre menti eccelse hanno avuto una vita normale eppure sono ricordati lo stesso per il loro talento. Magari non ci fanno su i film due secoli dopo, tutto qua.

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  3. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/01/questo-sport-contro-luomo/201623/

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