lunedì 12 settembre 2011

Una partita

La vita è un gioco. Quello che ho imparato questa estate è il fatto che sarebbe bello divertirsi mentre lo si gioca perchè a fine partita non si vince niente e si perde tutti. A meno di non avere una fede incrollabile, si intende, ma in ogni caso meglio essere stati contenti di qua che poi per il di là ci pensiamo. Ora, il punto è: a che gioco stiamo giocando? Più il tempo passa e più mi pare che la vita sia un grande backgammon. Avete presente, no, quel gioco con le punte rosse e nere che i ricchi cattivi dei film giocano in barca. Il bello è che pur essendo un gioco d'azzardo, la fortuna conta fino ad un certo punto e un bravo giocatore batterà uno inesperto quasi sempre a meno di botte di culo clamorose. La bravura sta nel trarre il meglio dalle situazioni ben sapendo che un tiro di dadi sfigato può capovolgere le sorti della partita. Il problema, però, è che nel life-backgammon ogni tanto qualcuno si siede al tavolo, si intromette nel gioco e da giocatore diventi pedina. La tua vita dipende dalle scelte casuali di un'altro. E' questo aspetto a rendere la vita così imprevedibile ma anche terribilmente ansiogena? Io dico di sì.

O almeno, questa è la mia onesta opinione

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